Quattro cartoline dal Masaccio 2018


Ieri, alle 17 di un primo maggio dal cielo plumbeo, sul parquet del Palasport comunale di S.Giovanni calava il sipario sul terzo Torneo Internazionale Masaccio.
Un’edizione da ricordare per i mille motivi che in questi giorni vi abbiamo descritto, ma anche per quanto visto in questi quattro giorni sui sei campi di gara ed in giro per le strade della nostra città. Ottantaquattro partite di pura gioia, amicizia e divertimento.
Per quanto riguarda il risultato sportivo, mettendo per un attimo da parte una “straripante” Miniolimpia Milano, è stato un Torneo davvero equilibrato con partite giocate fino all’ultimo secondo e decise per una manciata di punti.
Ma ci fa piacere ricordare anche la bella giornata di ieri con un palasport gremito in ogni ordine di posto (ed anche di più!) per assistere alla finalissima ed alla premiazione delle squadre, alla presenza delle massime autorità politiche e sportive. Già detto circa la superiorità della compagine meneghina che ha vinto con merito contro una pur valorosa formazione della Vis Nova Roma per 92 a 26, a noi rimangono in testa 4 cartoline:
La prima riguarda la mise indossata da un istrionico Paolo “Spago” Spaghetti: scarpe, rigorosamente abbinate alla cintura, di una fantasia vagamente “naïf” su sfondo di un colore tra il glicine ed il viola e stringhe rosse. Se non ci fosse bisognerebbe inventarlo. Volevamo andare a chiedergli dove le aveva trovate, ma conoscevamo già la risposta “Voi non ci capite nulla di alta moda. Questa si chiama “classe”…”.
La seconda cartolina ci riporta all’intervallo della finalissima. Mentre tutti i bambini delle ventiquattro squadre erano in campo ad applaudire le gazzelle della Miniolimpia che si divertivano a schiacciare durante il riscaldamento, dall’altra parte i giocatori romani, dal fisico leggermente più mediterraneo masticavano amaro vedendo tutti i riflettori puntati sui milanesi. E qui si accende quella lampadina che solo i bambini possiedono. Cos’è il Genio? È fantasia, intuizione, colpo d’occhio e velocità d’esecuzione (cit. “Amici miei”). Il giocatore romano più robusto si carica sulle spalle il piccolo playmaker ed entrambi, muniti di palla, si dirigono caracollando verso il canestro, accompagnati dall’incitamento del pubblico. La passeggiata, manco a dirlo, si conclude con una schiacciata del piccoletto, con tanto di aggrappamento al canestro che fa tanto NBA. Tripudio sugli spalti e applausi a scena aperta. Chapeau!
La terza è rappresentata da un gesto che rimette in pace quanto successo un paio di giorni prima. Un istruttore che si era accalorato un po’ troppo durante una partita ha voluto scusarsi pubblicamente per l’accaduto consegnando una maglietta ricordo al malcapitato miniarbitro della gara abbracciandolo visibilmente commosso.
L’ultima cartolina è la fine gara. Il tabellone segna la vittoria di Milano su Roma (eterno ed infinito duello nazionale) ed il cronometro segna 00:00 ma ci sono ancora due tiri liberi da tirare. Tutti i duecentocinquanta bambini decidono di invadere spontaneamente il campo e circondare ed incitare il tiratore milanese il quale, a suo agio come non mai, insaccava serenamente i due liberi.

Questi sono i bambini, questo è il Masaccio, questo è lo sport.

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