Parafrasando un articolo di basket-cronaca “trash” di qualche tempo fa, “Il titolo non tragga in inganno!”, Paolo anche stavolta ci ha regalato l’ennesima perla di cultura culinaria sangiovannese.
Martedì sera si è svolta infatti la tradizionale cena degli allenatori del CMBV. Oddio… di tradizionale ormai c’è rimasto ben poco. In principio era una cena a base di stufato, a casa di Spago, e frequentata più o meno dalle solite storiche facce.
L’edizione 2017, ribattezzata “Cena degli intenditori di stufato e di basket”, è stata stravolta rispetto alle precedenti edizioni. Nuovo menu, nuovi invitati e nuova location.
Le solite facce di cacciatori e pescatori con discreta nomea di “addentatori del tagliòlo” (ogni riferimento a persone è puramente casuale), che si riunivano attorno al tavolo di casa Spago, con l’aria di quelli che “stasera ci si fa buio!”, quest’anno non erano le sole e per questo motivo si sono accomodate presso il Ristorante Piscina Las Vegas, ormai una seconda casa per il popolo del CMBV.
Il menu stavolta vede lo stufato solo in coda, dopo antipasto, tortellini in brodo e carrello dei bolliti, comprensivo della mitica “lingua” e della salsa verde!
A fare compagnia ai soliti noti c’erano le facce (e le mandibole) di Moreno “Roccia” Rutilensi, Marco Collini e Stefano Baggiani. Grandi ex giocatori divenuti grandi allenatori e, da quel che si è visto, grandi degustatori: Per non parlare di Giulio Menicatti, Lorenzo Rapaccini, Alessio Botti. Gente che ormai ha messo da parte il pallone, ma non la forchetta!
Non mancava neppure il gentil sesso, ben rappresentato da Giada Piccioli, Gemma Baggiani e Carlotta Nannini. Gentil sesso sì… ma d’appetito!
E poi, oltre agli allenatori della prima ora del CMBV, i soliti noti di cui non facciamo più i nomi, era presente una nutrita schiera di appassionati e simpatizzanti. Tutta gente che dietro le quinte lavora per la buona gestione sportiva della società.
Mattatore della serata, manco a dirlo, Paolo “Spago” Spaghetti, autentico deus ex machina di questa meraviglia chiamata CMB Valdarno.
Durante il convivio la conversazione divaga spaziando dal nostalgico cestistico alla finanza gestionale societaria, attingendo a piene mani dall’album dei ricordi del basket sangiovannese, soprattutto le pagine in bianco e nero. Tra il duo-venatorio e ed il riccioluto coach senese fioccano gli aneddoti del “quella volta noi contro di voi…”. Mentre il fisicato ex-vigile riascolta perplesso il lungo elenco (e le cifre) delle transazioni messe a segno dalla felice gestione dalla società degli anni 80 che puntualmente ogni anno piazzava un giocatore in serie A a cifre oggi impensabili.
C’è spazio per il solito cazziatone pubblico di Spago all’ubiquo factotum della Valdambra, e per l’allenatrice finalista di Bormio di esibirsi col giochino della paletta fatta con gli stecchini. Siamo a posto.
A fine serata, complice l’arrivo del suddetto coach labronico, tanto abile a distribuir palloni nel glorioso passato da playmaker e altrettanto abile a tenere saldo il filo del discorso e a non passarlo agli altri in qualsivoglia consesso, non resta che aprir bocca solo per mangiare e far festa alla prelibatezza preparata da Spago.
L’epilogo invece è quello di sempre: gioia, risate… e panza piena. E come sempre Spago non rivela “il segreto” delle spezie dello stufato, gelosamente custodito da generazioni e generazioni di sangiovannesi, la cosiddetta “droga”. E non rivela neppure il magheggio utilizzato quella volta per rifilare la “sola” da 100 milioni ad un giovane Valerio Bianchini, coach-manager del basket capitolino…
Grande assente Giacomo Vannacci, trattenuto a casa da altri impegni e spesso nominato per la promessa di una crostata da portar in dono, come novello re Magio.
E infine uscimmo a riveder le stelle.